Meningite e immigrazione: il legame c’è, nonostante le bufale degli “esperti”

Empoli, 15 feb – Un importante quotidiano regionale del gruppo Repubblica-Espresso, controllato dalla famiglia De Benedetti, Il Tirreno, molto diffuso in Toscana, si è preso la briga di smentire in terza pagina la proposta di stretta correlazione tra l’immigrazione incontrollata e l’epidemia di meningite che sta spaventando soprattutto la Toscana centrale, avanzata recentemente su queste colonne.

Mentre il conto delle vittime in meno di un anno si è aggiornato a 10, ultimo un signore ultra 70enne di Prato, e dall’inizio del 2016 si sono già registrate 12 infezioni, il dott. Gabriele Mazzoni, responsabile del dipartimento di salute e igiene pubblica nella ex Asl 11 di Empoli, porta l’argomento della prevalenza del ceppo meningococcico “A” in Africa, contro quella del ceppo “C” in Europa e in Italia. In effetti, delle 12 infezioni del 2016, 10 sono state di tipo “C” e soltanto due di tipo “A”.

Il problema è semplicemente che la parte dell’argomento che riguarda l’Africa non è vera. Per smentire la tesi del Mazzoni, che evidentemente rappresenta la posizione della Regione Toscana (di cui l’attuale governatore Enrico Rossi è stato per molti anni assessore alla sanità) è infatti sufficiente accedere a una nota ufficiale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) del 28 luglio 2015. In tale nota si sostiene, tra l’altro, che “la meningite tende a colpire l’Africa in modo ciclico. Casi meningite C sono stati in aumento dal 2013, dapprima in Nigeria nel 2013 e 2014, quindi in Niger nel 2015. Dobbiamo essere pronti per un numero molto maggiore di casi durante la stagione della meningite del 2016”, secondo il Dott. William Perea, coordinatore dell’unità per il controllo delle malattie epidemiche all’Oms. Non un medico qualsiasi o un responsabile d’area territoriale, sembrerebbe.

Ancora secondo la stessa nota, “mentre progressi sostanziali sono stati compiuti negli anni recenti per proteggere l’Africa da molti sotto-tipi di meningite con, per esempio, l’introduzione del vaccino MenAfrVac contro la meningite A nel 2010, molto lavoro è necessario per proteggere la cintura africana della meningite dalle epidemie di meningite C”.

Dati molto allarmanti sono riportati poi, e citati nello stesso documento dall’Oms, dalla dott.ssa Myriam Henkens, coordinatore medico internazionale di dell’organizzazione Medici senza frontiere (Msf): “Soltanto nei primi sei mesi del 2015, ci sono stati 12mila casi di meningite C in Niger e in Nigeria, con 800 morti. Allo stesso tempo, si è verificata una carenza critica di vaccini”. Quindi il ceppo C esiste eccome in Africa, è endemico e in crescita. Per di più, proprio l’etnia nigeriana è tra quelle dominanti nella recente ondata immigratoria. Così come la citata carenza di dosi vaccinali è la stessa che i Toscani conoscono bene in questi giorni.

Che poi il sottogruppo St-11, particolarmente insidioso, abbia trovato diffusione proprio nei centri di accoglienza in Italia, lo confermava quasi due anni fa un lavoro scientifico firmato da parecchi ricercatori medici ed epidemiologici, tra cui Paola Stefanelli dell’Istituto superiore di Sanità.

Per tornare alla Toscana, lo stesso dott. Mazzoni ammette invece che “se parliamo di tubercolosi o altre malattie, può valere il discorso che persone con un sistema immunitario più debole come africani o cinesi le possono veicolare”: era forse troppo difficile negare l’evidenza anche in merito all’epidemia di scabbia che nei primi 40 giorni dell’anno in corso ha colpito ben 30 persone, tra cui molti bambini, proprio nella zona più colpita anche dalla meningite – tra Empoli e Santa Croce sull’Arno.

Coraggio, ancora uno sforzo e i Toscani potranno apprendere ufficialmente chi devono ringraziare per l’epidemia di meningite.

Francesco Meneguzzo

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