La dinamica imprenditoriale lucchese ha registrato un calo nel 2016

Indagine a cura dell’ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Lucca

Lucca, 10 febbraio 2017 – È proseguita anche nel 2016 la fase di difficoltà attraversata dal tessuto imprenditoriale lucchese: le imprese iscritte al Registro delle Imprese al 31/12/2016 sono diminuite a quota 43.155 unità, un valore in lieve calo (-0,3%) rispetto a dodici mesi prima. In contrazione anche le imprese attive, scese a quota 36.697 con una flessione del -0,7% (-252 imprese) rispetto a fine 2015.

A livello regionale (-0,2% le attive in Toscana), gli andamenti segnalano diminuzioni per quasi tutte le province: Massa Carrara presenta le maggiori difficoltà (-1,2%), seguita da Siena che flette in linea con Lucca. Di poco minori le contrazioni segnate dalle altre province, mentre solamente Prato e Grosseto (+0,3%) e Firenze (+0,1%) risultano in positivo.

La crescita si è concentrata nei servizi, settore in cui operano quasi due imprese su tre in provincia (63,2%), con un incremento del +0,2% per 47 imprese in più, in particolare nei servizi alle imprese e nel turismo (alloggio e ristorazione), settore che ha visto una progressiva espansione nel corso degli ultimi anni per l’incremento dei flussi turistici provinciali.

Nel dettaglio delle attività dei servizi, per le attività di alloggio e ristorazione si è registrato un aumento del +0,7% (+23 imprese), mentre il settore “noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” è cresciuto di 55 imprese operative nell’anno (+4,2%). Positivo anche l’andamento delle “attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento” (+2,8%; +25 unità), delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+2,2%; +21) e di quelle finanziarie e assicurative (+12, +1,4%). Il commercio ha evidenziato invece un lieve calo nell’anno (-0,4%, -36 unità), mentre per le attività immobiliari (-1,4%) e per quelle del trasporto e magazzinaggio (-2,3%) la diminuzione è risultata più accentuata.
Per le costruzioni (-2,7%; -184 unità), il manifatturiero (-1,3%, -57 imprese) e l’agricoltura, silvicoltura e pesca (-2,2%; 56) si sono registrate invece delle diminuzioni.
Proseguono le difficoltà per le imprese artigiane, in flessione del -2,0% (-244 unità) per 11.664 unità attive in provincia a fine 2016.

Positivo l’andamento delle imprese guidate da stranieri, cresciute del +1,1%, per 3.823 unità operative in provincia a fine 2016 e un’incidenza sul totale imprese del 10,4% (Toscana: 13,8%; Italia: 10,0%). Più contenuto l’incremento delle imprese femminili (+0,1%), per 8.327 unità attive a fine 2016 e un’incidenza ferma al 22,7% (Toscana: 23,8%; Italia: 22,5%).

L’andamento interno al territorio provinciale evidenzia infine come le diminuzioni riguardino tutte le aree territoriali: la Piana di Lucca (15.422 imprese attive) ha segnato un calo del -0,8% (-117 unità), la Versilia (16.693) una diminuzione del -0,7% (-110 imprese), mentre la Valle del Serchio (4.582) ha presentato la contrazione più contenuta con un -0,5% (-25 unità).

Alla luce dei risultati rilevati, il Presidente Giorgio Bartoli mette in rilievo alcuni fenomeni che da tempo stanno caratterizzando la trasformazione dell'economia provinciale.
Il settore dei servizi continua a crescere a discapito del manifatturiero, dell'artigianato ed anche del commercio.
Ma il settore dei servizi in realtà si pone come fornitore proprio del manifatturiero e dei sistemi di distribuzione spostando presso nuove imprese funzioni una volta svolte all'interno delle fabbriche originarie, un nuovo sviluppo congiunto per mantenere i livelli di competitività necessari.
Questa tendenza è un dato nazionale, la nostra economia risente in pieno dei cambiamenti originati da due fenomeni, la globalizzazione e l'introduzione delle nuove tecnologie digitali.
Soprattutto queste ultime stanno provocando profondi mutamenti sia nel modo di produrre che di distribuire, l'evoluzione tecnologica è così rapida che anche per il futuro dobbiamo aspettarci radicali cambiamenti con le imprese attuali che dovranno investire molto in innovazione per non trovarsi fuori dal mercato.
Pensiamo solo ai cambiamenti che si stanno producendo nei processi produttivi con l'avvento della stampante a 3d o con l'IOT (l'internet delle cose), per non parlare della Intelligenza artificiale o dei Big-data.
Anche come consumatori siamo investiti da profondi cambiamenti nel modo in cui compriamo, le nostre abitudini di acquisto tenderanno ad utilizzare sempre più Internet sia per la fase della ricerca delle offerte che per acquisti veri e propri, le aziende stesse utilizzeranno sempre più la Rete per molte funzioni prima svolte all'interno.
Tutto questo porta ad un rapido cambiamento anche delle professioni richieste, nelle nuove forme di occupazione che si renderanno disponibili, nella necessità di riqualificare le proprie competenze in un mondo sempre più interconnesso .
Con questa consapevolezza dobbiamo affrontare le sfide che ci troviamo davanti e valorizzare al meglio le nostre caratteristiche di creatività, originalità, gusto e qualità proprie del Made in Italy.

Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=54809
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