L'AMORE PER I CANI

Quando sentite qualcuno affermare che il proprio cane è come un membro della famiglia non prendetelo per un fanatico: la scienza ha appena dimostrato che effettivamente tra l’animale e il suo proprietario si crea un reciproco rapporto emozionale simile, se non pari, a quello tra genitori e figli.

E che diventa sempre più forte ogni volta che i due si guardano negli occhi. Un legame instaurato circa trentamila anni fa e cominciato proprio con ammiccanti sguardi d’intesa, come quelli che fanno scattare il colpo di fulmine tra i protagonisti dei film d’amore: così è iniziata l’interazione tra le due specie, sfociata poi nella trasformazione che ha portato il canide selvatico che tanto tempo fa si aggirava nei pressi degli stanziamenti degli uomini primitivi a diventare il fedele animale domestico di oggi.

Spesso si consiglia di non fissare negli occhi un cane libero sconosciuto, anche se è il mite cucciolone del vicino con tanto di collare trendy munito di gadget ipertecnologici, poiché l’animale potrebbe interpretare il gesto come un atto di sfida e reagire in modo aggressivo.

Eppure proprio in questo modo è scoccata la scintilla che ha fatto nascere e fa perdurare l’indissolubile amicizia tra l’uomo e il cane.

Lo afferma uno studio condotto da ricercatori giapponesi e pubblicato su Science del 17 aprile: quando i nostri amici a quattro zampe ci guardano con quegli occhioni languidi e noi ricambiamo ammirandoli teneramente, nel nostro cervello si attivano le stesse reti di collegamenti neurali preposte a innescare l’istinto genitoriale, in particolare quello di attenzione e cura che le madri generano verso i figli.



Secondo Miho Nagasawa e colleghi di varie università del Giappone che hanno contribuito allo studio, abbiamo sviluppato coi cani uno speciale feeling, unico nel suo genere, che non si riscontra in nessun altro rapporto tra noi e le restanti specie animali.

Questione di ossitocina. Conosciuto soprattutto come “l’ormone del piacere”, gioca un ruolo fondamentale durante la gravidanza perché stimola nelle donne il comportamento materno: in un certo senso predispone il cervello delle madri a prendersi cura della prole e a provvedere alla sua sopravvivenza.

Ma i livelli di ossitocina si innalzano anche nel cervello umano e in quello canino quando le due specie interagiscono.

Ed è proprio il gioco di sguardi che fa aumentare la secrezione ormonale, consolidando così il legame sociale e affettuoso tra noi e loro.

Per dimostrarlo i ricercatori hanno effettuato due esperimenti. Nel primo hanno monitorato le interazioni tra i cani e i loro proprietari mentre stavano in una stanza per mezzora: ogni gesto, come coccole, carezze, paroline dolci sussurrate all’orecchio e soprattutto scambio di sguardi reciproci è stato scrupolosamente annotato.

Dopodiché hanno subito prelevato e analizzato campioni di urina di entrambi i mammiferi, riscontrando che la quantità di ossitocina era tanto più elevata nelle coppie animale-uomo quanto più a lungo queste si erano fissate negli occhi.

E per provare che lo sguardo del nostro migliore amico incrementa nel nostro cervello la produzione dell’ormone, nel secondo esperimento gli scienziati nipponici hanno spruzzato ossitocina direttamente nel naso solo di alcuni cani, mettendoli poi, sempre per mezzora, in una stanza assieme ai loro padroni e a degli sconosciuti.

Quello che hanno visto è stato sorprendente: le femmine che avevano inalato l’ormone hanno quasi ignorato gli estranei e si sono dedicate per molto più tempo rispetto agli esemplari non sottoposti allo spray nasale a fissare negli occhi i propri padroni. E solamente in questi ultimi le successive analisi hanno mostrato un innalzamento del livello di ossitocina.

Poiché questo fenomeno non succede nelle interazioni visive con altri animali, compreso il lupo dal quale discende il cane, gli scienziati ipotizzano che la sintonia tra uomini e cani non sia di origine naturale, ma che si sia evoluta nel cervello di entrambi durante i secoli nel corso del processo di addomesticazione.

Solo una domanda resta ancora purtroppo insoluta: perché, sebbene questa intesa quasi parentale ci lega così fortemente agli scodinzolanti quadrupedi, continuano ad essere all’ordine del giorno gli atti di abbandono, i maltrattamenti e le violenze verso l’animale che più ci venera? E non aggiungiamo altro.



da PANORAMA.IT

Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=54869
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