Animali al circo: schiavi per divertimento

Wislawa Szymborska, Premio Nobel della Letteratura 1996 è autrice della poesia “Gli animali del circo”:

Gli orsi battono le zampe ritmicamente,
la scimmia in tuta gialla va in bicicletta,
il leone salta nel cerchio fiammeggiante,
schiocca la frusta e suona la musichetta,
schiocca e culla gli occhi degli animali,
l’elefante regge un vaso sulla testa,
e i cani ballano con passi uguali.
Mi vergogno molto, io – umano.
Divertimento pessimo quel giorno:
gli applausi scrosciavano a cascata,
benché la mano più lunga d’una frusta
gettasse sulla sabbia un’ombra affilata.


La poesia salva la vita, così si dice per rendere gli animi più nobili, ma non è certo una poesia a salvare la vita degli animali del circo. Non bastano i versi di una poetessa il cui talento è universalmente riconosciuto a rivelare che cosa si celi nei carrozzoni e nei tendoni che in questo periodo iniziano a muoversi e ad accamparsi nelle nostre città. Non bastano le migliaia di video visibili su internet che non lasciano dubbi sul trattamento riservato agli animali documentando crudeli metodi di addestramento, viaggi continui durante la stagione degli spettacoli, innaturali posizioni da assumere durante le esibizioni, limitate interazioni sociali, ripetute torture tramite frusta, piastre roventi, bastoni uncinati, catene. A ciò si aggiunge la vista di orsi che vanno in bicicletta, leoni con le fauci spalancate quando il domatore vi infila la testa, elefanti che stanno in piedi su due zampe e altri simili esibizioni lesive della dignità di un animale. Non bastano le denunce sempre più frequenti nei confronti di circensi per ogni sorta di maltrattamento in fatto di detenzione e addestramento degli animali. Non basta l’opinione pubblica che, secondo l’ultimo rapporto Eurispes vede in aumento dal 68,3% al 71,4% la percentuale dei contrari all’utilizzo di animali al circo. E’ un dato significativo eppure non si legifera prendendolo in considerazione.

La legge italiana che disciplina il circo è la 337/1968 ‘Disposizioni sui circhi equestri e sullo spettacolo viaggiante’ e tramite essa, il circo riceve finanziamenti pubblici erogati ogni anno dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Non esiste un registro nazionale pubblico che evidenzi quanti animali siano detenuti nei circhi. Da stime approssimative ne risultano circa 2000 detenuti in 100 circhi: l’aggravate è che ci sia un numero elevato di animali provenienti da specie in via di estinzione tra cui elefanti, tigri, leoni, ippopotami, rinoceronti. I circhi viaggiano continuamente in Italia e all’estero, trasportando animali in gabbie e camion in condizioni che non rispecchiano le loro esigenze etologiche. Basterebbe una minima dose di empatia per abolire questo spettacolo anacronistico invece bisogna fare il solito discorso venale: se si tagliano i finanziamenti, probabilmente saranno tagliati gli spettacoli con animali che, ovviamente, costano parecchio nel mantenimento e nelle cure. Il DDL 2287/2016 presentato dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, prevede la «revisione delle disposizioni in tema di attività circensi, specificamente finalizzate alla graduale eliminazione dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse». La notizia è buona ma è meglio dire che non è cattiva perché non bisogna mai abbassare la guardia quando si tratta di difendere i diritti degli animali.

Non basta l’esempio che ci arriva da parecchi Paesi europei ed extra-europei che aboliscono o legiferano duramente l’uso degli animali al circo, valorizzando il talento e la maestria di giocolieri, trapezisti, clown, comici, mimi, contorsionisti, musici. In Argentina, Australia, Bolivia, Brasile, Canada, Colombia, Costa Rica, India, Israele, Messico, Nuova Zelanda vige il divieto totale o parziale di utilizzo degli animali, soprattutto selvatici, al circo e in USA c’è il divieto all’utilizzo di tutti gli animali in 20 giurisdizioni municipali. In Europa sono 21 i Paesi che hanno introdotto divieti di utilizzo degli animali nei circhi che sono circa un migliaio. Non esiste una legislazione in materia di benessere degli animali da circo tuttavia i circhi dovrebbero conformarsi alle disposizioni del Regolamento 338/97/CE del Consiglio sulla protezione di specie della flora e della fauna selvatiche minacciate di estinzione, del Regolamento 1/2005/CE del Consiglio sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate, del Regolamento (CE) n. 1739/2005 sui requisiti sanitari per la circolazione degli animali da circo tra gli Stati membri, della Direttiva 92/65/CEE del Consiglio sulle norme sanitarie per gli scambi e le importazioni nella Comunità di animali.


A fronte di tutti questi Paesi che condannano l’utilizzo di animali, lo Stato Vaticano ha sottoscritto ‘La pastorale nei circhi e nei luna park‘ che sarebbe anche comprensibile se tutelasse lo spettacolo degli artisti invece il Capo del Vaticano non perde occasione per sottolineare l’importanza degli animali al circo e l’amore di cui sono circondati. Ogni Papa non ha perso l’occasione di ospitare in Vaticano animali del circo legati e incatenati come schiavi e Papa Francesco continua serenamente questa tradizione. Non basta la dura posizione assunta dalla Federazione Europea dei Veterinari e della Federazione Italiana Ordine dei Veterinari che dichiara «L’ uso di ogni specie animale (inclusi gli uccelli, i rettili e le specie addomesticate) in ogni forma di intrattenimento, viaggio o simili situazioni dovrebbe essere vagliata da considerazioni scientifiche ed etologiche. (…)



Non esiste un beneficio di carattere educativo, di ricerca e di conservazione derivante dall’utilizzo dei mammiferi selvatici in circhi con animali che possa giustificare il loro utilizzo. Oltre alle considerazioni sul benessere, l’uso di mammiferi selvatici nei circhi può apportare dei seri rischi alla salute animale, alla salute pubblica e alla sicurezza. Questi mammiferi selvatici possono causare dei danni fisici al pubblico, ai loro gestori e possono essere fonte di trasmissione di zoonosi. (…) Su queste basi, FVE, con l’ intento di ‘promuovere la salute animale, il benessere animale e la salute pubblica in tutta Europa’ raccomanda a tutte le autorità competenti nazionali e Europee di proibire l’uso di mammiferi selvatici nei circhi con animali in Europa dato che non esiste alcuna possibilità che i loro bisogni psicologici, mentali e sociali possano essere soddisfatti».


Non basta la posizione di Eurogroups4Animals che ha redatto una dichiarazione sui bisogni etologici e sul benessere degli animali selvatici nei circhi. Gli scienziati firmatari di questo documento, autori di ampie e approfondite ricerche su etologia, ecologia, biologia della fauna selvatica, ritengono che «(…) Gli animali selvatici nei circhi sono individui costretti ad adattarsi e sottomettersi agli esseri umani. Spesso, sono stati allevati a mano (…). A volte ci si riferisce a questi individui con il termine di animali addomesticati, ma in realtà non possono essere considerate addomesticati (…) gli animali selvatici (addomesticati) in cattività spesso sono imprevedibili e in circostanze di stress possono diventare aggressivi (…) Nel corso di molte migliaia di anni, solo poche specie sono stati addomesticate, mentre altre potrebbero non esserlo mai, nemmeno dopo molte generazioni di allevamento selettivo. Una specie animale è considerata addomesticata quando ha subito modifiche genetiche che ne alterano l’aspetto, la fisiologia e, di conseguenza, il comportamento. Questo lungo processo richiede la selezione di caratteristiche specifiche per generazioni consecutive, e può richiedere molte decine di anni o addirittura secoli, a seconda della rigorosità della selezione e del tasso di riproduzione della specie in questione. (…) gli animali del circo trascorrono la maggior parte del giorno rinchiusi (…) in recinti da esercizio (…) spesso al di sotto degli standard minimi dei recinti all’aperto degli zoo. Le condizioni abitative ristrette in cui vivono gli animali del circo tendono ad indurre comportamenti come il camminare avanti e indietro nei grandi felini e negli elefanti per poter essere domati, i cuccioli di animali selvatici nei circhi sono regolarmente separati dalla madre e allevati a mano. Questo aumenta i comportamenti legati allo stress (…) gli animali selvatici mostrano disagio comportamentale e fisiologico quando viaggiano (…), gli spettacoli eseguiti in presenza di spettatori possono causare un grave stress agli animali selvatici.

Queste situazioni di stress includono possibilità di movimento limitata, illuminazione sbagliata (artificiale), esposizione a suoni forti o sgradevoli, odori e temperature (…) sgradevoli o inquietanti. Il tipo di addestramento utilizzato influisce fortemente sul benessere degli animali (…). In generale, i circhi non riescono a soddisfare nemmeno le esigenza sociali, territoriali e sanitarie più elementari degli animali selvatici.»
Non basta l’opinione di oltre 650 psicologi che hanno sottoscritto un documento di cui si è fatta promotrice Annamaria Manzoni, psicologa e psicoterapeuta, ipnositerapista e grafoanalista, in cui esprimono «motivata preoccupazione rispetto alle conseguenze sul piano pedagogico, formativo, psicologico della frequentazione dei bambini di circhi, manifestazioni e spettacoli in cui vengono impropriamente impiegati animali. Queste realtà, infatti, comportano che gli animali siano privati della libertà, mantenuti in contesti innaturali e in condizioni non rispettose dei loro bisogni, costretti a comportamenti contrari alle loro caratteristiche di specie. Tali contesti, lungi dal permettere ed incentivare la conoscenza per la realtà animale, possono essere veicolo di una educazione al non rispetto per gli esseri viventi, indurre al disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolare lo sviluppo dell’empatia, che è fondamentale momento di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disagio, all’ingiustizia.»

Davanti a tanta contrarietà, ci si chiede perché questo spettacolo continui il suo corso. Forse la lobby dei circensi è così influente, per lo meno in Italia, da impedire che la politica legiferi dando un colpo di spugna a tanta crudeltà. In attesa che ciò accada, i Comuni sono tenuti a ospitare il circo con animali ma sono anche tenuti a rilasciare le autorizzazioni all’attendamento soltanto dopo un accurato accertamento preventivo dei requisiti previsti dalle normative vigenti, per impedire eventuali abusi o dichiarazioni mendaci. Accade sempre più spesso che, proprio a seguito dei controlli, i circhi non siano in regola e per questo gli animali vengano sequestrati.

Gli YoYo Mundi, gruppo musicale piemontese che si esprime attraverso folk rock italiano, canzone d’autore, cinema, teatro e letteratura, nel 1994 pubblicarono il loro primo album, ‘La diserzione degli animali del circo‘ che vide la partecipazione di musicisti internazionali tra cui Brian Ritchie e Gordon Gano dei Violent Femmes. Oltre 20 anni fa c’era già chi condannava a suon di note questa schiavitù ludica. La canzone è dedicata a Paride Orfei ideatore del primo circo senza animali italiano ed è un inno alla libertà, un diritto che non dovrebbe mai essere messo in discussione, si tratti di esseri umani e non.

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Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=54945
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