Ciao, come stai...?

'Ciao, porca misera, sarà un anno che non ci vediamo, forse anche di più....' in effetti tre!

E''iniziata così una delle mie più brutte giornate degli ultimi anni, questa mattina in città.
Camminavo nel Fillungo quando ho visto Guido (lo chiamerò così) . Con Guido abbiamo diviso donne, gioie, vacanze, dispiaceri, serate epiche e delusioni per più di vent'anni. Praticamente ci vedevamo tutti i giorni al nostro covo con tanti altri amici una birra un caffé e tanti discorsi a brodo fatti da noi e da un'altra decina di coetanei. Un'amicizia mai incrinata neanche dai rispettivi primi matrimoni. Uscivamo sempre in quattro (anzi in sei perché c'era anche un'altra coppia sempre con noi). Poi la vita... prima si è separato lui poi io e quando ci siamo riaccompagnati (si dice così?) loro, le donne, non si piacevano e gli incontri, le cene le vacanze e tutto il resto si è vaporizzato. Ma l'amicizia, quella, è sempre rimasta.
Ultimamente ci eravamo però proprio persi di vista anche per motivi di lavoro, sono stato fuori dal paese per due anni e quando sono rientrato, beh preso dalla nuova vita ho dimenticato.
Comunque stamani, ciao Guido come va, andiamo a prendere un caffé e ci siamo messi a sedere in un bar. Lui come a solito un po' taciturno ed io che invece l'ho subito aggiornato sulla nuova vita che faccio, i nuovi impegni e via a parlare a ruota sciolta anche dei problemi di salute che ho avuto per una brutta caduta con operazioni e protesi ma, sai, ora mi sto rimettendo. E lui che nel frattempo avrà detto cinquanta parole e con un'aria rassegnata, stanca che faceva fatica a trovare argomenti da raccontare.
E poi, ma dimmi, come stai ? chiedo. Silenzio, smette di guardarmi e si concentra sul portacenere come se cercasse le parole oppure il modo di non dirle. Maledette quelle parole: sai, sono malato. Anch'io ero fuori e sono sono tornato a Lucca nella mia città. Sono malato, con un pallido sorriso il primo, ho un tumore e mi restano tre mesi se va bene....

So di non essere un combattente ed una persona coraggiosa ma sono rimasto pietrificato. Non ho detto niente, mi sono alzato e sono andato in bagno a vomitare. Poi ho pianto. Quando ho aperto la porta del bagno lui era li dietro e stava per bussare. Siamo tornati al tavolo con lui che era più preoccupato di me. Stronzo. Sono uno stronzo, mi sono detto. Ma sono rimasto in silenzio per ... non lo so un minuto o cinque o dieci non lo so. In quel tempo ho rivisto la nostra vita passarmi davanti come in un film accellerato con i ricordi più belli e spensierati e ad un certo punto ricordandomi una cosa che abbiamo fatto insieme tanti anni fa e che ci ha fatto ridere per anni (più che una cosa era una gran cazzata!!!) mi è venuto un sorriso e di quel sorriso sfuggitomi mi sono vergognato subito e l'ho guardato e anche lui sorrideva e mi hai detto ti ricordi .... già, proprio quella cazzata. Poi ha cominciato a parlarmi della sua malattia, di quante poche speranze lasci, delle cure che lo distruggono e che sta pensando di lasciarle. Preferisco vivere meno ma stando meglio. Non ho detto niente, non ho cercato di convincerlo nè commentato. Troppo grande la sua intelligenza e la sua forza. Ho dovuto prendere un secondo caffé. Infine abbiamo parlato di quello che facciamo, le famiglie, gli amici ma ormai le parole non avevano più alcun significato, nessun senso. Che fai parli del futuro, del mio futuro perché lui l'ha perso ? e allora parli del passato, solo di quello puoi parlare e mentre lo facciamo mi viene in mente che potrebbero sembrare ricordi da usare per la messa funebre. La sua. E allora ti ritorna il magone e le funi in gola, come diceva Tobino.
Lui deve andare perché arriva la figlia da fuori per il fine settimana. Fissiamo di andare a cena lunedì prossimo e poi magari anche le sere dopo tanto io ri-sono solo e lui pure e ci salutiamo.

Mi sento di mxxxa ! e sono incxxxxo con me stesso per come ho reagito. Per avergli fatto pena per come ero e magari c'è stato peggio pure lui. Oppure gli ha fatto piacere perché ha ritrovato un amico con cui parlare sapendo di essere acsoltato.

Guido, solo adesso mi accorgo di averti sempre voluto bene come ad un fratello. Scusa se non ci sono stato.

Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=59237
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