Mi piacerebbe scrivere un libro, lo ha scritto Renzi, potrei scriverlo anch'io, avrei bisogno di un aiuto, ho fatto la terza media serale e qualcosa sbaglierei. Vorrei raccontare della mia gioventù, ai tempi di Carlaccia e della Frusa, di Quartuccio il vetturino, e Ruffo il posteggiatore, delle partite di calcio infinite, giocate in via del Bacchettoni in quel prato dove ora ci stanno i giochi per bambini, vorrei raccontare della gioventù passata a rubare frutta nei campi e poi scappare inseguito dal contadino, quando ci si divertiva a staccare il trolley al tram, che poi si fermava e il conducente scendeva bestemmiando per rimetterlo a posto, cose da ragazzi, divertimenti innoqui di non aveva altro da fare, quei ragazzi che da marzo a ottobre andavano scalzi e d'inverno portavano li zoccoloni, risolati sotto con la gomma, da Cecchino il calzolaio, altrimenti si finivano presto, le scarpe erano un lusso, sempre Cecchino ci rifaceva i tacchi e le suole, finché non erano da buttar via, eppure per essendo cresciuti all'università della strada, nessuno di noi, escluso qualche mela marcia, è diventato ladro o delinquente, ha vissuto in miseria finché non ha trovato lavoro, ha messo su famiglia, la casa gliela dava il comune, poi i più ricchi se la sono comprata, a dire che era una bella vita, ora che ci ripenso, non era vero, ma si viveva spensierati, senza lo stress di oggi, non c'era internet, non si scriveva le e-mail, ma cartoline quando uno faceva una gita, magari di un giorno, per dire agli amici e parenti ti scrivo da Roma o da Napoli e quelli più intrapendenti da Parigi o da Londra. Questa era la nostra vita, fatta di divertimenti semplici, bastava qualche pallina di vetro per giocare, una fionda per cacciare i poveri uccellini, una buona dose di fortuna, quando si rubava la frutta sugli alberi, sfidando la rabbia del contadino. Forse pretendo troppo per scrivere un libro? Non sono ne Renzi ne un personaggio conosciuto, loro possono scrivere, anche cazzate, ma scrivono. Buona Pasqua a tutti.