Caccia:115 feriti e 30 morti!!

115 feriti e 30 morti, tra cui un minorenne. È questo il bilancio ufficiale della scorsa stagione venatoria. E quella appena iniziata sarà l'ennesimo triste remake.
In meno di 100 giorni i cacciatori, oltre ad aver sterminato milioni di animali innocenti, hanno assassinato una persona ogni tre giorni. Una strage silenziosa e impunita, una mattanza legalizzata e benedetta dalla politica, schiava delle lobby delle armi. Perché in Italia l’industria della morte, vendendo armi ai dittatori, ai terroristi, ai guerrafondai e ai cacciatori si è comprata le banche sulla pelle di miliardi di morti (umani e non umani), figuriamoci i favori di quei cialtroni seduti a Montecitorio.
Uccide come il femminicidio la caccia, eppure a protestare sono solo gli animalisti. La chiamano sport, ma è una bugia. Lo sport è amore, lealtà, coraggio, gioia e voglia di vivere, mentre la caccia è violenza, orrore, tortura, vigliaccheria e morte. Lo sport è un duello alla pari. La caccia è una battaglia sleale dove l’uomo vince sempre. Corna, ali, zoccoli, becchi e zanne non possono competere con i fucili.
Le doppiette dicono di essere custodi dell’ambiente e della natura, invece sono gli aguzzini. Prendono le distanze dai bracconieri, eppure i dati svelano il contrario. L’anno scorso l’80% dei cacciatori ha commesso reati venatori e contro la persona.
Caccia e bracconaggio vanno a braccetto, mentre animali e persone muoiono.
Nel 2019 questa pratica barbara, retrograda e anacronistica non ha più senso di esistere.
La caccia è una delle vergogne più grandi della società contemporanea, è una forma di degenerazione mentale, una patologia psichiatrica da curare e sradicare.
Trovate normale che una persona si alzi nel pieno della notte, si nasconda in un capanno e aspetti gli uccellini per riempirli di piombo? Oppure trovate sano di mente un individuo che rinchiude un cane in un box di pochi metri quadri, solo e senza amore e lo usi come un oggetto per stanare e inseguire animali selvatici?
I cacciatori sono assassini frustrati che ammazzano solo per il gusto di farlo. Sono serial killer pericolosi e senza scrupoli che sparano a qualsiasi cosa si muova.
La cronaca racconta di padri che hanno ucciso figli e viceversa durante una battuta di caccia. Com’è possibile che un padre confonda suo figlio con un cinghiale, un cervo o un capriolo?
Tutto è possibile nell’isteria collettiva di chi imbraccia un fucile. Scavalcano cancelli e recinzioni, invadono proprietà private, non conoscono confini. Il delirio di morte si è impadronito della loro ragione. Per riempire un miserabile carniere sono disposti a tutto.
I cacciatori oltre a schiavizzare i cani imprigionano anche gli uccellini. Li usano come esche, per attirare i loro simili che verranno trucidati senza pietà. Gli uccelli da richiamo sono legali. Vengono rinchiusi in gabbie minuscole dove faticano a muoversi e sono costretti a restare per interminabili mesi al buio. Quando inizia la caccia i loro carcerieri appendono le gabbiette sugli alberi vicino al capanno e si preparano al fuoco. Finita la stagione i richiami vivi tornano al buio e così via fino alla morte. Un uccellino è l’espressione più autentica della libertà, perché può volare e vivere sospeso tra cielo e terra. Per la stupida crudeltà umana invece è obbligato a passare la sua vita in pochi centimetri quadrati. Chiunque impazzirebbe.
La caccia oltre a uccidere animali e umani avvelena anche l’ambiente. Tonnellate di piombo e di plastica si riversano nei boschi, in montagna, in collina, in pianura. I pallini da caccia sono tossici, contaminano il terreno e le falde. Le cartucce disseminate ovunque senza rispetto, testimoniano l’ignoranza di una categoria di personaggi da fermare ad ogni costo.
Fortunatamente si stanno estinguendo da soli. Nel 1980 erano oltre 1.700.000. Oggi non superano le cinquecentomila unità. Gli ultimi dati Eurispes dicono che il 70% degli italiani è contro la caccia. Numeri senza dubbio confortanti.
Ma occorre di più. Bisogna rendere illegale la caccia e combattere seriamente il bracconaggio. Aumentare i controlli e inasprire le pene. Niente sconti per chi uccide e tortura vite innocenti. Nessuna pietà per chi considera sport una pratica meschina, crudele e terribilmente nociva per l’ambiente, gli animali e le persone.
La caccia è il contrario dell’amore. È sottocultura di morte da seppellire per sempre.

Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=59508
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