Suicidio assistito per le PMI

Questa mattina parlavo con il mio commercialista dell'economia locale in generale ed entrambi, su fronti diversi, abbiamo confrontato le nostre impressioni sull'andamento generale dell'economia, qui dalle nostre parti. Lui con il termometro delle sue aziende principalmente di medie dimensioni ed io con i problemi dei miei quasi tutte piccole imprese.
Lo scenario però non mi sembra cambi in funzione della grandezza dell'impresa. Sono tutte in sofferenza.

Dal mese di giugno ho visto una brusca frenata degli ordini e, soprattutto, della fiducia degli imprenditori. Alcune aziende chiuderanno alla fine dell'anno, altre l'hanno già fatto nel secondo semestre. Ci sono alcuni settori particolarmente in difficoltà ed alcuni altri, pochi, che invece si barcamenano tra mille difficoltà. Altre ancora, pochissime, che si sono ricavate una nicchia nel mercato solo per la loro bravura e qualità che permette loro un trend di crescita promettente.

Tutte comunque concordano sull'esosità del socio di maggioranza che abbiamo tutti, lo STATO. Ma anche il/i comune/i che sempre a caccia di soldi alzano le tariffe e se ne inventano sempre di nuove. Non sto qui a fare elenchi inutili ma la percezione che se ne ricava, fra bollettini ed F24 è che ogni anno siano sempre più pesanti. Quello che poi infastidisce di più è il fatto che non c'è un controvalore in servizi che vengono erogati e quelli che ci sono non sono di qualità.

Un recente rapporto della CGI di Mestre (direi fonte attendibile) dice:

'Nonostante la dimensione aziendale delle piccole imprese presenti in Italia sia molto contenuta, il contributo fiscale ed economico reso al Paese è rilevantissimo. In materia di imposte e tasse, ad esempio, nel 2018 i lavoratori autonomi e le piccole imprese[[[]]1[]] hanno versato al fisco 42,3 miliardi di euro (pari al 53 per cento degli oltre 80 miliardi di imposte versate da tutto il sistema produttivo). Tutte le altre, prevalentemente medie e grandi imprese, invece, hanno corrisposto “solo” 37,9 miliardi (il 47 per cento del totale). In buona sostanza i piccoli hanno versato 4,4 miliardi di tasse in più rispetto a tutti gli altri (vedi Tab. 1). A denunciarlo è la CGIA.

“Come dimostrano i dati di questa elaborazione – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – l’apporto fiscale delle medie e grandi imprese è molto inferiore alle attese. Tale risultato è ascrivibile sia al loro esiguo numero sia all’elevata possibilità che queste realtà produttive hanno di eludere il fisco. Come ha segnalato recentemente il Fondo Monetario Internazionale, il mancato pagamento delle imposte da parte delle grandi multinazionali del web, ad esempio, sottrae ogni anno all’erario italiano circa 20 miliardi di euro”.

Alla luce di questi risultati, la CGIA chiede con forza che si torni a guardare con maggiore attenzione al mondo delle piccole e alle micro, visto che la tassazione continua ad attestarsi su livelli insopportabili, il credito viene concesso con il contagocce e l’ammontare del debito commerciale della nostra Pubblica amministrazione (Pa) nei confronti dei propri fornitori è di 57 miliardi di euro, di cui circa la metà riconducibile ai mancati pagamenti. Un tema, quello dei mancati pagamenti della Pa, che purtroppo non è più al centro dell’attenzione da parte della pubblica opinione.'

Io sono un piccolo imprenditore ed in questi giorni, cui abbiamo tanto discusso sulla legittimità etica, morale e legale del suicidio assistito, mi chiedo se la politica centralista, statalista ed il partito della spesa pubblica come fonte di ricchezza (???), non stiano attuando una politica di socializzazione post-comunista della piccola impresa. Un suicido assistito per le PMI, insomma. Anzi un suicidio indotto.

Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=59562
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