FORZA NUOVA PRATO: processi come repressione politica

Comunicato stampa 06/11/19

'L'accusa nei confronti di Massimo Nigro, ex segretario cittadino di Forza Nuova a Prato, si iscrive pienamente nella grave ondata repressiva in atto verso i movimenti patriottici' dichiara Marzio Gozzoli, vice-segretario nazionale di Forza Nuova.

'Il processo a Nigro - prosegue Gozzoli - è pienamente in linea con altri provvedimenti, quali il daspo a Luca Castellini, coordinatore di Forza Nuova per il Nord Italia, che si vedrà interdetta la partecipazione ad eventi sportivi fino al 2030 o la cancellazione di tutti gli account Facebook ad opera della multinazionale americana.

Questa totale sproporzione nella repressione di idee politiche è tanto più evidente se paragonata con i veri problemi che colpiscono il popolo italiano: un buu a Balotelli o una manifestazione, ordinata e senza alcun danno per la città, diventano reati da punire con tempestività e pene esemplari, mentre i gravissimi danni subiti da Prato e dovuti al salasso di miliardi di euro verso la Cina ad opera della comunità cinese e della sua economia parallela, o la crescita della mafia nigeriana, diventano problemi da far passare in secondo piano.

Questa sproporzione è evidente ed è ben chiara all'opinione pubblica; i disastrosi risultati elettorali dei movimenti che sbandierano allarmismi su fascimo e razzismo dimostrano chiaramente quanto tali non-emergenze siano lontane dal sentire collettivo.
Per quanto riguarda il caso specifico di Prato, la manifestazione del 23 marzo si è svolta in maniera regolare, senza portare alcun danno alla città (a differenza di manifestazioni di altre aree politiche) e senza reagire alle numerose provocazioni messe in atto .
A Nigro viene addebitato di aver disatteso le indicazioni della questura che aveva vietato il corteo, autorizzando un presidio; ma tale indicazione avvenne con un preavviso così insufficiente da rendere impossibile, logisticamente, attuare tale cambio di programma e comunicare efficacemente il cambiamento repentino alle centinaia di partecipanti.

Allo stesso modo l'accusa di apologia di Fascismo è pienamente strumentale; difatti la manifestazione, regolarmente autorizzata dalla questura, si è svolta il giorno 23 marzo in quanto, essendo sabato, si è trattato dell'unico giorno in cui era possibile radunare i partecipanti, liberi da impegni lavorativi. Il riferimento al centenario della nascita dei Fasci di Combattimento inoltre non costituisce reato in quanto, come più volte stabilito dalla Corte Costituzionale, l'apologia di Fascismo è una fattispecie che si verifica quando una qualsiasi forma di elogio o esaltazione sia volta direttamente alla riorganizzazione del partito fascista, cosa che è evidentemente ben distante dallo scopo della manifestazione, incentrata su ben altri temi, di strettissima attualità.

Questo processo - conclude Gozzoli - si iscrive quindi pienamente in un quadro di repressione politica che calpesta lo Stato di diritto in nome di logiche sempre più distanti dal sentire del popolo italiano'.

Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=59594
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