Sostenere gli infermieri, ADESSO.

Ho diversi amici estranei all'ambito sanitario e fare informazione, spiegando alcune cose, diventa perentorio in un momento come questo. Perché noi infermieri siamo chiamati anche a rendere con parole semplici (eviterò quindi discorsi complessi) quanto per noi può risultare scontato ma per il resto della popolazione no.

Premessa: gli infermieri non stanno facendo battaglie per loro stessi e basta. Non siamo autoreferenziali e non lo eravamo nemmeno prima della pandemia. Quando denunciamo ciò che non funziona, lo facciamo per tutelare la salute di TUTTI, perché la nostra professione è basata su valori etici nei quali crediamo con tutta la nostra anima.
Quindi sappiate che:

1)Se gli infermieri non disporranno degli idonei dispositivi di protezione individuale, ad ammalarsi non saranno soltanto loro e le loro famiglie, ma anche i pazienti con i quali verranno a contatto e che magari non erano ancora stati contagiati. Inoltre, non proteggere il personale sanitario in questo momento di grave carenza significa che, se tutti ci ammaliamo, non resterà più nessuno negli ospedali a prendersi cura degli altri.

2)Gli infermieri sono professionisti con molte competenze cliniche generali e altre proprie di un determinato ambito assistenziale; differenti sono le esperienze professionali e formative successive alla laurea.
Tradotto, questo significa che un infermiere di area critica, cioè abituato a gestire pazienti in condizioni di instabilità clinica, non si improvvisa dalla sera alla mattina.
Quindi il personale presente va preservato in modo che possa affiancare il personale nuovo, senza esperienza, a volte neolaureato.
Non basta assumere.

3)Molte aziende, soprattutto nel centro-sud, stanno richiamando infermieri con proposte di lavoro ridicole. Il nostro stipendio è già ampiamente ridicolo in tempo di pace (un infermiere, che è un professionista sanitario laureato, in Italia guadagna circa 1500 euro - al nord. Lavorando a Natale, la domenica, facendo le notti ed esponendosi a rischi ogni giorno - perché il Covid-19 non è di certo il primo virus che incontriamo sulla nostra strada). In una situazione di emergenza, invece di incentivare i professionisti, si stanno proponendo loro assurdi contratti di pochi mesi o collaborazioni a 12 euro lorde.
Per andare in guerra.
Durante una pandemia e con grave scarsità di risorse.
Gli infermieri lo stanno facendo ma io vi pongo una domanda: voi lo fareste? Voi lascerete la nostra famiglia per andare in trincea, per pochi euro e per 3-6 mesi, rischiando la vita?
Perché FORSE, a livello politico, si dovrebbero compiere delle scelte diverse.

4)Gli infermieri sono soli. Conosco colleghi che, per paura di contagiare figli/genitori/coniuge etc si sono isolati e vivono soli. Quindi lavorano in una situazione di forte stress e rischio e, quando escono dal lavoro, restano a casa senza il conforto dei propri cari.
Non hanno tempo per pensare a come passare il tempo il casa, perché il loro tempo a casa serve per poter tornare operativi, lucidi, forti e presenti il turno successivo.

5)Gli infermieri sono esseri umani. Hanno paura? Sì. Piangono? Sì. Ma ci sono loro, vicino alle persone. Sempre. Nel momento in cui si aggravano, quando migliorano e anche quando, purtroppo, non resta più niente da fare. Sono loro accanto alla sofferenza di chi se ne sta andando.
Non è vero che i nostri malati stanno morendo soli... Stanno morendo lontano dai loro affetti, sì. Ma l'ultima persona che vedono, l'ultimo viso...è quello di un infermiere.
E questo, sappiatelo, è una grandissima responsabilità che ci portiamo sulle spalle, la responsabilità maggiore che può avere un essere umano.

SOSTENETECI SEMPRE perché sostenere gli infermieri significa sostenere la vostra salute, la vostra vita, la vostra dignità.

Daniela Pasqua, infermiera

Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=59840
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