Dopo l’epidemia si pensi a un Servizio Sanitario di competenza dello Stato

Dobbiamo riflettere, scrive Silvia Guidi membro dell’esecutivo
Nazionale dell'Italia dei Valori e Referente regionale donne in
Toscana, che dopo aver superato l’epidemia di #coronavirus, è
importante che il servizio sanitario torni ad essere di competenza
STATALE.
La collaborazione con le Regioni dovrebbe avvenire attraverso accordi
quadro che incentivino le Imprese del comparto sanitario.
Le imprese del comparto sanitario, infatti,si sono rivelate in questi
mesi di vitale importanza, grazie alla conversione della loro
produzioni. Emergenza; questa parola è intrisa di un forte significato
che ognuno di noi interpreta a suo modo. Ma è proprio in queste
situazioni che emergono realtà che non ti aspetti, settori sanitari
minori (per numerosità) e spesso poco conosciuti che si trasformano in
qualcosa di grande, reale, concreto. Parliamone oggi ma dobbiamo
parlarne anche domani, quando il momento difficile sarà passato. Le
aziende ortopediche non si sono sottratte alla chiamata, anzi hanno
mantenuto le strutture aperte su tutto il territorio nazionale
adottando i protocolli di legge sul contenimento della diffusione
dell’epidemia, a tutela della salute dei pazienti e dei propri
lavoratori. Per motivi di sostenibilità economica, una gran parte del
personale dipendente di queste strutture è attualmente in sospensione
dal lavoro. Ma le aziende ortopediche e i tecnici ortopedici in
servizio, si stanno adoperando per garantire tutte quelle prestazioni
ortoprotesi che indifferibili, anche in forma domiciliare se
necessario. Restando così un valido presidio del sistema sanitario
nazionale a cui l’utente disabile e non solo, può continuare a fare
riferimento. Con gli uffici ASL praticamente chiusi, alcuni centri di
ortopedia tecnica, senza alcun clamore, hanno riconvertito settori
aziendali destinati alla produzione di busti per iniziare a cucire
mascherine di protezione; hanno avviato con l’uso delle stampanti 3D,
la produzione di valvole per respiratore, da destinare ai centri
COVID. Insomma un piccolo grande segmento della sanità privata
italiana che non solo non si è tirato indietro, ma senza speculare ha
risposto prontamente con ogni mezzo a disposizione alla situazione
emergenziale in corso.

Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=59951
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