Pasqua in tempo di guerra...

Quest'anno sta accadendo l'inimmaginabile. Tutto quello che avremmo pensato non potesse accadere mai. Vedere le nostre esistenze sconvolte da una pandemia che sta mietendo migliaia di vittime più o meno vicine a noi. La nostra vita, con i suoi ritmi scanditi dalla normalità delle consuetudini, scardinata e reclusa agli arresti domiciliari in balìa di incertezze sul futuro generate da persone che tutto avrebbero dovuto essere tranne che traghettatori verso acque più tranquille.

Ascoltiamo la sera alle 18 i bollettini con le aride statistiche dei morti cercando di scorgere nelle parole ed anche nelle loro sfumature, un segno, una luce che ci dica che siamo fuori o quantomeno ci indichi la fine del tunnel. Ascoltiamo, immagino, quei bollettini, con lo stesso stato d'animo, la stessa attenzione e le stesse orecchie dei nostri padri o nonni quando ascoltavano la sera in tempo di guerra Radio Londra alla ricerca di una speranza.
'The war is over' abbiamo voglia di cantare.

Poi però... ne inizierà un'altra di guerre, in parte inevitabile ma in parte probabilmente anche no. Parafrasando una frase di Boris Johnson possiamo tranquillamente, e ben poco serenamente, affermare, 'abituatevi a perdere le vostre aziende, il vostro lavoro e probabilmente anche parte della vostra pensione'.

La guerra economica, che nascerà dalle macerie della pandemia e dal blocco totale dell'economia decretato con troppa superficialità da chi ha CHIUSO TUTTO, non si sa a quale titolo o merito. Sicuramente per un po' di consenso di gente ignara dei problemi e per pararsi le chiappe da possibili denunce e infine perché, per chi non è abituato a lavorare e ad assumere decisioni velocemnete facendo scelte in scienza e coscienza, è prevalso il principio del prima di tutto chiamarsi fuori dalle responsabilità. Immaginate se oggi, dopo il NON aver bloccato tutto ci fossero stati ('solo') 5.000 decessi - ovvero 15.000 in meno di quelli reali odierni, per cui un successo - nell'immaginario collettivo sarebbero responsabili di strage. ma avendo bloccato tutto (anche se in colpevole ritardo ma questo è meglio non dirlo!) sono tutti 'contenti' di quanto è stato fatto. SO CHE QUESTO PORTERA''A GRANDI CONTESTAZIONI E DISCUSSIONI ma io credo che la pandemia potesse essere affrontata con maggior energia e competenza all'inizio senza dovere poi adottare soluzioni devastanti per il paese. (vedi cronologia esatta dei fatti ( Apri il link del pezzo )

Innanzitutto salvaguardare la vita. Ce l'hanno ripetuto come un mantra, ed era giusto e pure condivisibile, prospettandocela però come unica soluzione: la fermata dell'economia, del commercio, della vita sociale. Probabilmente però non era l'unica soluzione, magari ce ne erano altre. Questa soluzione, ad oggi ci è costata 19.000 vite non dimentichiamolo. Era possibile fare meglio? Forse. Se avessimo chiuso subito tutto a fine gennaio quando è stato dato l'allarme OMS .....
Prendiamo per esempio la RSA Guerreschi di Capralba, in provincia di Cremona (azienda privata e NON pubblica) che ai primi di febbraio quando hanno avuto notizia dell'epidemia in Cina hanno adottato autonomamente le misure giuste, contro il parere della regione lombardia, e non hanno avuto un solo caso di contagio. Se si lavora con la testa e non con l'ideologia le cose si fanno bene. (Apri il link del pezzo)

Questo per quanto riguarda il salvare le vite, che comunque era e resta il primo traguardo. Poi però adesso con la folle politica adottata cosa accadrà? Ci sono studi che indicano che ai primi di maggio un milione di imprese non riaprirà e quelle che ripartiranno impiegheranno sei mesi per essere a regime. Il tasso del gettito fiscale precipiterà e lo stato riuscirà a pagare i sussidi di disoccupazione, le pensioni, gli stipendi agli statali, i lavori pubblici irrimandabili ? e vorrebbero mettere pure una mini patrimoniale....

Quando le associazioni sindacali chiedono le chiusure hanno messo in conto che i loro iscritti potrebbero non trovare più il lavoro ? Quando gli statali, i pensionati, coloro che lavorano nelle grandi aziende (sufficientemente capitalizzate) che oggi sono per una chiusura totale finché 'serve' l'hanno capto che giocano con la pelle e la vita degli altri e delle loro famiglie ?

Tutelare la vita in via primaria, certamente. Solo uno sciocco direbbe il contrario. Ma pensare che trovare le soluzioni a problemi di così grande complessità sia un fatto ideologico e lasciarlo in mano a chi offre la strada più breve e apparentemente semplice senza valutare opzioni più complesse ma anche più valide a me pare sia stata una follia.

E''Pasqua di Resurrezione. Speriamo in un miracolo.

Auguri sinceri a tutti, ne abbiamo bisogno

Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=60000
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