Italia dei Valori: La riflessione di Francesco Molinari

Di questi periodi abbiamo letto e visto cose che solo gli scrittori di fantascienza (alla Orwell o P. K. Dick, per citarne alcuni) potevano immaginare possibile. Fra i tanti, il più sconvolgente per chi come me pervicacemente continua a dichiararsi di sinistra e libertario convinto, è stata la “barriera” comunicativa – sarebbe meglio dire manipolatoria – alzata a difesa di questo governo e del suo Presidente del Consiglio. Il peggiore, per le firme in calce e giornali che l’hanno pubblicato, il manifesto in loro difesa pubblicato altro giorno a cercare di tacitare ogni critica.
Per chi la Storia non l’ha dimenticata ci spiega Molinari, quest’ultimo atto è stato sconvolgente perché ha riportato alla mente quello tragico redatto nel 1925 a sostengo del Fascismo, per gli effetti che ha poi provocato: una sorta di lasciapassare ad ogni nefandezza.
Per chi non ha perso la memoria e/o non sa, il “Manifesto degli intellettuali fascisti “, pubblicato il 21 aprile 1925 sui principali quotidiani, fu il primo documento ideologico (tramite internet potete trovarne copia,) da parte della cultura italiana per giustificare quello che poi sarebbe diventato a tutti gli effetti un “regime”.
La tesi che vi si esponeva era che il “fascismo”, era un movimento mirato al progresso e alla conciliazione fra stato e cittadini (sindacati ecc. ecc.) in risposta alle accuse di limitazione della libertà che stavano denunciando i critici al “governo voluto dal popolo”. A riprova, l’ampio consenso – allora non esistevano i sondaggi - che governo e capo del governo godevano fra la gente.
A rafforzare la loro tesi, sempre in quel manifesto, sostenevano che anche gli stati più liberali hanno limitato alcune libertà quando fosse necessario.
La democrazia è sovversiva. Ed è sovversiva nel senso più radicale della parola perché, ovunque arriva, sovverte la tradizionale concezione del potere, tanto tradizionale da essere considerata naturale, secondo cui il potere – si tratti del potere politico o economico, del potere paterno o sacerdotale – scende dall'alto in basso. (Norberto Bobbio)

Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=60056
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