LA MANIFATTURA DI LUCCA E QUELLA DI FIRENZE

Si fanno su queste pagine arditi paralleli; proviamo a ragionarci.

Mi permetto alcuni commenti (sull'intervento che parla della ex Manifattura Tabacchi di Firenze).

Uno è preliminare. Infatti l'approccio ideologico al tema della gestione dei grandi contenitori urbani è fondamentale. Se si parte dal presupposto che pubblico è sempre e comunque bello e privato è sempre e comunque speculazione (nel senso negativo quanto discutibile in cui il termine è ordinariamente utilizzato), il giudizio finale su qualsiasi operazione non potrà che essere negativo se essa si baserà sulla privatizzazione. Se il presupposto ideologico è quello sono impossibili discussioni nel merito delle singole operazioni, che saranno bollate, sempre e comunque, come negative e appunto speculative.

Chi scrive questo commento non parte da tali presupposti ideologici, ma pensa che un bene pubblico possa essere tranquillamente ceduto o alienato quando il privato possa farne un elemento di sviluppo della città o del quartiere della città in cui si trova. Nelle società capitalistiche occidentali (che hanno una delle loro origini nelle città stato italiane, a Lucca è bene ricordarlo) i privati hanno prodotto qualità architettonica e sviluppo in grandi quantità e penso nessuno potrebbe negare che le ville lucchesi o quelle venete siano elementi di sviluppo e qualità pur essendo sempre state ed essendo tutt'ora beni privati.

Detto questo è evidente che Lucca non è Firenze.

1. L'interesse internazionale per Firenze è notevolmente maggiore di quello che si ha per Lucca e di conseguenza il valore ed il ritorno potenziale degli investimenti immobiliari a Firenze è molto maggiore che a Lucca

2. Visto il punto 1 è normale che grandi investitori internazionali si interessino di acquisire spazi architettonici a Firenze e vi investano dei soldi

3. L'interesse internazionale per Lucca non è oggi così spinto come per Firenze e lo sfacelo dei grandi complessi sanitari, pur spesso posti in splendide posizioni collinari è lì a dimostrarcelo. Maggiano ed Arliano (quest'ultimo come la ex Manifattura di Firenze esempio di architettura razionalista del ventennio) stanno crollando e non risultano multinazionali in gara per acquisirli. Non parliamo poi delle aree industriali della città e periferia (Officine Lenzi, ex Gaddi, ex Molino Pardini, ecc.), tutte in stasi da anni.

4. Visto il punto 3, a Lucca un'operazione come quella di Manifattura Sud è possibile solo per l'interessamento della maggiore fondazione bancaria della città. Questo evidenzia come l'operazione di Lucca sia ben diversa rispetto a quella di Firenze

5. La presenza a Lucca della Fondazione qualifica in modo totalmente diverso l'operazione di recupero della Manifattura Sud. La Fondazione infatti è una istituzione di interesse pubblico la cui attività è disciplinata da leggi particolarissime. Quindi l'operazione di Lucca, pur vedendo la presenza dei privati non avviene secondo le regole del libero mercato ed ha un garante locale.


Questa la situazione. Poi si può esser contro o a favore.

Sono però da rigettare ipotesi fantasiose quali passerelle al servizio di appartamenti privati, gestione speculativa dei parcheggi senza che si faccia il recupero, ecc. La Fondazione non potrebbe mai esporsi a critiche come quelle che le pioverebbero addosso se si verificassero le fantasie di cui sopra e questo taglia la testa al toro.

D'altro canto l'avere nell'area, quale conseguenza dell'operazione immobiliare, aziende e persone attive ogni giorno, produrrebbe un effetto positivo per tutta la zona Ovest del centro storico e tale effetto positivo, prodotto dai privati, non è meno importante da quello che possono produrre gli immobili utilizzati per funzioni pubbliche.

Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=60288
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