Il Parco delle Apuane non chiude le cave, ma sospende le lavorazioni abusive

Appare strano che un parlamentare della Repubblica non conosca le leggi nazionali e regionali e perfino la loro applicazione pratica.

E’ utile ricordare al senatore Mallegni che l’ente Parco, istituito con Legge regionale 11 agosto 1997, n. 65 per la gestione del 'Parco Regionale delle Alpi Apuane', ha la finalità di perseguire il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali mediante la tutela dei valori naturalistici, paesaggistici ed ambientali e la realizzazione di un equilibrato rapporto tra attività economiche ed ecosistema.

A fronte di questa mission, però, il Parco, per legge, ha voce in capitolo solo e soltanto sul rilascio della valutazione di impatto ambientale: è chiamato cioè a valutare come e in che misura la coltivazione prevista dai piani presentati dalle aziende incidano sugli habitat e le specie animali e vegetali. Su tutto il resto decidono comuni e Regione Toscana.

Infine, si ricorda al senatore Mallegni che le ordinanze emesse dal Parco decretano la sospensione delle attività limitatamente alle difformità: in pratica, non viene chiusa la cava, ma vengono impedite soltanto le difformità che, proprio perché difformi dalla pronuncia di compatibilità rilasciata dal Parco, potrebbero avere impatti negativi sull’ambiente. Non si blocca lo sviluppo, dunque, ma si bloccano, quello si le lavorazioni che non siano rispettose dell’ambiente. Nel caso delle ultime ordinanze emesse, per altro, sono state sospese lavorazioni che rischiavano di compromettere l’integrità di alcune cavità carsiche con il pericolo di portare inquinamento al sistemo idrico delle Apuane. “L’obiettivo - ribadisce il presidente del Parco Alberto Putamorsi - è sempre quello di far vivere due mondi in una convivenza difficile e quasi impossibile, tutelando ambiente e lavoro, ma aggiungo anche, che in nome del lavoro non si possono commettere abusi.”

Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=60341
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