Green pass: come funziona, come richiederlo e quando serve

Operativo ormai da luglio, il Green pass è il documento, valido in tutti gli Stati membri dell'Unione europea, che permette di viaggiare tra i vari Paesi e, in ambito nazionale, di partecipare a cerimonie o di spostarsi tra regioni di colore diverso. In alcuni Paesi come la Francia servirà anche per entrare in bar, ristoranti e trasporto pubblico: un modello questo oggetto di discussione anche in Italia, visto il peggioramento della situazione dovuta alla variante Delta. Ecco come funziona, come si richiede e quando serve il Green pass.

16 luglio 2021contributo tecnico di L. Filippucci e I. Daellidi Roberto Usai
Green pass Covid: come funziona e quando serve
Dal 1° luglio è divento pienamente operativo il Green pass, il lasciapassare che facilita gli spostamenti tra gli Stati membri dell'Unione europea, la partecipazione a eventi pubblici e alle cerimonie, l’accesso alle strutture sanitarie assistenziali (RSA) e gli spostamenti sul territorio nazionale tra regioni di colori diversi. Per chi viaggia all'estero, recentemente è stato messo a punto un servizio online che riassume le regole per entrare nei singoli paesi dell'Unione europea. È bene ricordare, però, che per viaggiare in Europa occorre una versione del Green pass valida nella Comunità Europea che si ottiene, a differenza di quella italiana, solo dopo 15 giorni dalla seconda dose di vaccino. Vista poi la crescente diffusione di contagi da variante Delta in tutto il continente, molti Paesi stanno adottando ulteriori restrizioni che spesso rendono indispensabile avere il Green pass.

Green pass anche per andare al ristorante?
È il caso ad esempio della Francia, dove un recente provvedimento del premier Macron renderà obbligatorio esibire il Green pass dapprima per accedere a cinema, teatri e musei, e da agosto anche per entrare nei bar, nei ristorianti, nei centri commerciali, nonché sui mezzi pubblici su tutto il territorio nazionale francese. Una misura che ha acceso il dibattito anche in Italia dove si sta discutento se rendere obbligatorio anche da noi il Green pass per andare a mangiare una pizza o per poter riaprire attività al momento chiuse come le discoteche o addirittura per riempire completamente gli stadi quando a fine agosto tornerà il campionato di serie A. Si tratta comunque di una proposta che al momento è solo in discussione e che procederà di pari passo con il monitoraggio dell'andamento dei contagi nei prossimi giorni. In discussione c'è anche l'ipotesi di rilascio del Green pass obbligatoriamente solo dopo due dosi di vaccino: al momento in Italia lo si ottiene anche dopo una sola dose, ma in molti Paesi europei non ha validità.

Un lasciapassare non per tutti
Ma gli italiani che, pur avendo i requisiti, non riscono ad ottenere il Green pass sono ancora tanti. Sono in particolare gli italiani guariti dal Covid-19 a riscontrare le maggiori difficoltà a scaricare il documento, ma anche quelli guariti dal Covid da più di 3 mesi (ma meno di 6) che nel frattempo hanno fatto una sola dose di vaccino. In diversi casi ci segnalano inoltre di aver provato a contattare telefonicamente per diversi giorni il numero verde messo a disposizione, ma senza successo. C'è poi il nodo importante dei bambini tra i 2 e i 6 anni, per i quali è comunque previsto il Green pass, ma che non possono essere vaccinati o effettuare un tampone. Insomma, una situazione che lascia in sospeso oltre 4 milioni di italiani, proprio in questo periodo di vacanze estive.

Cosa sono i Green pass
Ma cos'è e a cosa serve questo documento? I Green pass sono i documenti che permettono di spostarsi in tutta Italia (tra regioni di diverso colore) e tra i paesi dell'Unione europea. I lasciapassare permettono inoltre ai turisti stranieri di visitare l'Italia e di spostarsi da un paese all'altro evitando la quarantena. Ma non solo, sono infatti utili anche per chi deve fare visita a un parente ricoverato in una Rsa o per partecipare alle cerimonie. Si tratta di certificazioni che vengono rilasciate in ambito regionale, valide sul territorio nazionale e negli Stati membri dell'Unione europea. Il documento contiene un QR code per verificarne digitalmente l'autenticità e la validità.

Green pass: le tre certificazioni previste
Le 'certificazioni verdi' possono attestare una di queste tre condizioni:

1) Vaccinazione anti-SARS-CoV-2, al termine del prescritto ciclo
Il pass ha una validità di nove mesi ed è rilasciato in formato cartaceo o digitale, su richiesta dell’interessato, dalla struttura sanitaria che effettua la vaccinazione contro il Covid. È possibile ottenere il Green pass anche con una sola dose di vaccino: in questo caso il lasciapassare è valido dal 15esimo giorno dalla prima e fino alla seconda somministrazione. La certificazione sarà disponibile anche nel fascicolo sanitario elettronico del paziente.

Quali informazioni devono essere riportate sul certificato?
Oltre alle generalità dell'interessato (nome e cognome) in questo caso il certificato deve indicare la sua data di nascita e anche alcuni dettagli relativi alla vaccinazione. Deve quindi riportare la malattia o agente bersaglio, il tipo di vaccino eseguito, la denominazione del vaccino o l'indicazione del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio. Il documento deve anche indicare il numero della dose effettuata e il numero totale delle dosi previste, la data dell'ultima somministrazione effettuata, lo Stato membro in cui è stata effettuata la vaccinazione, la struttura che detiene il certificato e il suo identificativo univoco.
2) Guarigione e termine dell’isolamento in seguito all'infezione
La certificazione ha una validità di sei mesi ed è rilasciata, su richiesta dell’interessato, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, ovvero, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, ed è resa disponibile nel fascicolo sanitario elettronico dell’interessato. La certificazione cessa di avere validità qualora, nel periodo di vigenza semestrale, il cittadino sia positivo al SARS-CoV-2. Le certificazioni di guarigione rilasciate precedentemente dall’entrata in vigore del decreto sono valide per sei mesi a decorrere dalla data indicata nella certificazione.

Quali informazioni devono essere riportate sul certificato?
Anche in questo caso, il certificato deve necessariamente riportate alcune informazioni. Oltre ai dati anagrafici, sul documento devono essere indicati la data del primo test positivo, lo Stato membro in cui è stata certificata la guarigione, la struttura che ha rilasciato il certificato, l'identificativo univoco del certificato e la sua validità.
3) Esecuzione di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo
La certificazione ha una validità di quarantotto ore dal rilascio ed è prodotta, su richiesta dell’interessato, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche da quelle private autorizzate e accreditate e dalle farmacie che hanno svolto il tampone antigenico rapido o molecolare, ovvero dai medici di medicina generale o pediatri di libera scelta.

Quali informazioni devono essere riportate sul certificato?
Oltre ai dati anagrafici del soggetto, il certificato deve riportare la malattia o l'agente bersaglio, la tipologia di test effettuato, il suo nome e il produttore. Sul documento devono inoltre essere indicati la data e l'orario della raccolta del campione e quelli del risultato del test, il centro o la struttura che lo ha eseguito, lo Stato membro, la struttura che detiene il certificato e l'identificativo univoco.
Come ottenere il Green pass
Il cittadino ha diverse possibilità per accedere al Green pass:

il sito dedicato dgc.gov.it;
tramite fascicolo sanitario elettronico;
tramite l'app Immuni;
tramite l'app IO;
attraverso il sistema Ts (per il tramite dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, dei farmacisti e degli altri medici delle aziende sanitarie, Usmaf, Sasn autorizzati alla funzione del Sistema tessera sanitaria).
È anche possibile rivolgersi al numero di pubblica utilità del ministero della Salute (1500), al call center di Immuni (800.91.24.921) e all’assistenza di PagoPa per le segnalazioni che arrivano dall’app IO.

Ecco la procedura per richiedere il pass sul sito dedicato e sull’app IO
Chi e per quali motivi può verificare il Green pass
Il decreto, seguendo le indicazioni del Garante della privacy, indica chi e per quali motivi può verificare il Green pass, attraverso la lettura del codice a barre (Qr Code). Rientrano tra questi i pubblici ufficiali nell’esercizio delle proprie funzioni, il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso del certificato verde nonché i loro delegati, il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso del green pass nonché i loro delegati e i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per l'accesso alle quali, in qualità di visitatori, sia prescritto il possesso della certificazione verde (nonché i loro delegati). Nel momento della verifica il titolare del Green pass deve esibire il documento di identità, qualora venga richiesto da chi effettua la verifica.

Green pass, in quali casi può essere revocato?
Nel decreto è prevista anche la possibilità che il Green pass venga revocato. Qualora una struttura pubblica del Servizio sanitario regionale, un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta o un medico Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera) o Sasn (Servizi territoriali per l’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’Aviazione civile) dovesse comunicare alla piattaforma nazionale la positività al Covid-19 di una persona vaccinata o guarita dal virus, la piattaforma genererebbe una revoca del Green pass eventualmente già rilasciato alla persona e ancora in corso di validità, «inserendo gli identificativi univoci nella lista delle certificazioni revocate e comunicandoli al gateway europeo». In questo caso la piattaforma invierebbe all’interessato una notifica della revoca.

Green pass: attenzione alle truffe via WhatsApp
'In questo link puoi scaricare il certificato verde Green Pass COVID-19 che ti permette liberamente di muoverti in tutta Italia senza mascherina', si legge in uno dei tanti messaggi che stanno circolando negli ultimi giorni tramite WhatsApp. L'allarme è stato diramato dalla Polizia postale e mette in guardia gli utenti dai possibili tentativi di truffa che sfruttano proprio il Green pass. Seguendo il link fraudolento, infatti, gli utenti atterrano su una finta pagina istituzionale che riproduce l'aspetto della pagina ufficiale. Qui l'unico obiettivo dei malintenzionati, come tutti i tentativi di phishing, è carpire i nostri dati. Se incappi in truffe di questo tipo, ricorda che puoi segnalarle direttamente online sul sito della Polizia postale.

Green pass sì, ma no alle discriminazioni
Il tema del passaporto vaccinale ha popolato le agende politiche delle ultime settimane e i tavoli di lavoro aperti a riguardo sono diversi, anche a livello europeo. Recentemente abbiamo inviato una lettera al Governo grazie al supporto dei cittadini, dove abbiamo sollevato alcuni punti fondamentali. In primis portando all'attenzione il rischio che il Green pass finisca per essere un elemento di discriminazione, dividendo i cittadini tra chi può iniziare a muoversi liberamente e chi no, e chiedendo quindi tamponi gratuiti per chi non si è ancora immunizzato.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha dato parere favorevole al Dpcm, avvertendo però il Governo sulle criticità dell’attuale versione del decreto “Riaperture”. Inoltre il Garante ha chiesto e ottenuto nel Dpcm chiarezza sulle finalità per le quali potrà essere richiesto il green pass e che le certificazioni possano essere emesse e rilasciate solo attraverso la piattaforma nazionale-DGC e verificate esclusivamente attraverso l’App VerificaC19. Tale app è l’unico strumento in grado di garantire l’attualità della validità della certificazione verde, in conformità ai principi protezione dei dati personali, garantendo inoltre che i verificatori possano conoscere solo le generalità dell’interessato, senza visualizzare le altre informazioni presenti nella certificazione (guarigione, vaccinazione, esito negativo del tampone). In merito alle app per recuperare il green pass, il Garante ha autorizzato l’uso dell’App Immuni e, dopo il superamento delle criticità riscontrate in precedenza, anche dell'app IO.

Per chiarire i dubbi più frequenti, il ministero della Salute ha pubblicato una serie di faq sul proprio sito.


ALTROCONSUMO.IT

Estratto da www.noitoscani.it/post.asp?id=60355
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